Rebecca, vento e nuvole delle mie valli
Un ritorno, forse un nuovo inizio di donna sola che sa risorgere e dare un senso alla propria esistenza. Ancora un ritorno, si direbbe, ma quanto diverso dalla semplice nostalgia per il passato? Rebecca percorre a ritroso la via dell'emigrazione piemontese, una strategia del gambero che da Boston e dal New Mexico la riconduce alle Valli di Lanzo e qui alla memoria ancestrale da cui tutto ebbe inizio. Nei suoi incontri, nelle nuove amicizie, nei riflessi degli altri personaggi femminili, questa giovane americana, così contemporanea eppur non del tutto appagata, potrà ricostruire un'identità di donna ancora e orgogliosamente single ma finalmente rasserenata.
Davvero capita di chiedersi perché sia sembrato importante, in qualche momento della nostra vita, visitare la Lituania, il Messico o la Cina e aver dedicato alle Valli di Lanzo una parte così minuscola delle nostre curiosità turistiche. Forse l’emergenza che contraddistingue l’estate 2020 si è fatta carico di provvedere in tal senso, ma di certo solo la narrativa consente di mettere insieme i numerosi elementi necessari per tratteggiare personaggi e territori come descritti dall'autore nel romanzo. I posti esistono, sono davvero quelli e per noi non sono dall’altra parte dell’oceano.